Il ritmo della lumaca by Don Maurizio Botta

Il ritmo della lumaca by Don Maurizio Botta

autore:Don Maurizio Botta [Botta, Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-02-24T12:00:00+00:00


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Senza parole.

Un Passo sul silenzio

Mi appresto a scrivere questo Passo con una certa emozione, perché parleremo di qualcosa di fondamentale, anche se spesso sottovalutato: il silenzio. Quando a catechismo diciamo il Padre Nostro pregandolo silenziosamente, i bambini ne sono particolarmente colpiti forse perché fanno esperienza per la prima volta di un silenzio vivo, di presenza, carico di emozioni. Ci sono altre esperienze che introducono a un silenzio di questo tipo. Per chi ha fatto il militare, per esempio, è il suono della tromba del silenzio, terminato il quale si è nella notte, in un tacere vivo, palpitante, carico di pensieri, assai diverso dal silenzio di morte. E, ancora, per chi ha fatto lo scout, è l’ultimo canto attorno al fuoco: «Vento sottile, vento del mattino, vento che scuoti la cima del mio pino / vento che danzi, che balli la gioia tu ci porti / vento sottile», un canone a più voci che si spegne gradatamente e conduce quasi con emozione al sonno. In un bel video, il professor D’Avenia racconta di come proponga ai suoi studenti esercizi di vero silenzio e nel libro Bianca come il latte, rossa come il sangue scrive: «Quando non nascono dal silenzio, i sogni diventano incubi».

Tutti questi esempi, però, non vogliono dimostrare che il silenzio è buono di per sé né questa catechesi ne vuole essere un’apologia. Al contrario, il fatto di fermarmi a meditare, a pregare in ascolto e a riflettere sulla realtà del silenzio, mi ha fatto comprendere quanti differenti tipologie di silenzio esistano.

E inizio in modo forse inaspettato, con un esempio tratto dal film tedesco del 2015 Lui è tornato. Siamo ai giorni nostri, estate, una zona residenziale di Berlino e Adolf Hitler si sveglia improvvisamente proprio nel luogo dove un tempo si trovava il suo bunker. Sono passati settant’anni dalla sua scomparsa, la guerra è finita, il suo partito non esiste più, la sua amata Eva non è lì per consolarlo e la società tedesca è completamente diversa da come la ricordava, tanto che anche i bambini che lo notano per primi si prendono gioco di lui. Lo riconosce però un reporter, che lo filma e lo trova una perfetta imitazione dell’originale. Così, contro ogni probabilità, Hitler inizia una nuova carriera in televisione perché viene universalmente scambiato per un brillante comico, anche se lui è davvero chi sostiene di essere e le sue intenzioni non sono cambiate. È un film ironico e al contempo inquietante, visto che alcune scene hanno un taglio documentaristico con la registrazione delle reazioni sorprendenti di persone che ignorano si tratti di una pellicola. In particolare, vi propongo il momento in cui per la prima volta il “vero” Hitler entra in uno studio televisivo, vestito di tutto punto, e lo spettatore può ascoltare i suoi pensieri: “In presenza della mia persona” pensa “il pubblico inizia ad agitarsi. Cercano invano di riconoscere il volto di un attore a loro familiare. Percepisco il disagio e rispondo con fugaci contatti visivi e con un silenzio disarmante”. Dalla regia, nel frattempo, lo vedono star zitto e vanno nel panico.



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